Grasso è bello, straordinario testo scritto da Franca Rame negli anni ’70, è in cartellone fino al 18 maggio al Teatro Olmetto di Milano e ancora una volta l’attrice Lucia Vasini rappresenta eroicamente non solo il personaggio di Mattea, una donna ingrassata di 50 chili dopo la separazione da un marito che la tradiva da anni, ma anche il ruolo degli altri personaggi che in origine appaiono nella commedia della Rame. Lucia Vasini è sola in palcoscenico ma non nella vita lavorativa, circondata da colleghi che l’adorano, da studenti che frequentano le sue lezioni e i laboratori di teatro. Da tempo, anche da giovani in difficoltà come quelli di Piacenza. Mi faccio raccontare tutto da lei.
Come mai presenti questo testo?
Me l’ha proposto Eugenio de Giorgi e voleva che facessi proprio questo. Io ho chiamato Franca Rame per avere l’autorizzazione e le mi ha detto che ci volevano 3 attori in scena, per questa commedia. Non è un monologo. Eppure infine, con la regia di Eugenio, pure lui appassionato dei testi della coppia Dario Fo & Franca Rame, siamo arrivati qui. Abbiamo provato solo 5 giorni e adesso comincio a crollare, la tensione è stata altissima.
Perché non avevi il costume di scena? Franca non poteva prestarti l'originale?
Lei non lo ha più e io davvero stavo piangendo, prima di cominciare, quando Dario mi ha suggerito di fare un prologo in cui spiegare che la gente doveva ‘immaginarsi’ che pesassi 130 chili circa. Lui e Franca sono venuti anche a vedermi, sere fa ed è stato bello, ero in ottima forma. Credo che, appena avrò davvero memorizzato per intero tutto il testo, renderò più ricche le serate aggiungendo Sesso? Tanto per gradire, un’altra commedia molto divertente.
Al posto di quelle battute che il pubblico gradisce molto, a fine spettacolo?
Sì. Lo spettacolo è breve e per adesso cerco di animare la mia presenza sul palco con qualcosa che cambia sempre, a seconda di chi è in sala. Questi finali sono un salto nel buio, improvviso sempre, sento molto il pubblico, che non è mai uguale e così non è mai uguale quello che faccio alla fine. Ma, se posso proporre cose originali grazie agli autori, maestri viventi, disponibili per consigli… Insomma, non tutti possono rivolgersi a un premio Nobel per allestire uno spettacolo e noi ce l’abbiamo qua!
Tu racconti di essere rimasta folgorata dall’esibizione alla Palazzina Liberty dei testi presentati dalla coppia Fo-Rame, che ami interpretare. Eppure hai fatto moltissime altre cose. Cosa ricordi di più?
Sì, noi avevamo fatto il cabaret negli anni ’80 e ’90 perché siamo figli di una sottocultura. Eppure io faccio qualcosa di spirituale, adesso: lavoro a Piacenza in un reparto di psichiatria. Pazienti e medici hanno partecipato a un film che interpreto, La piccola A. Daniele Maggioni, che è il produttore di Pane e tulipani ed è il direttore della Civica Scuola di Cinema del Politecnico, assieme alla moglie che è una sceneggiatrice, ha prodotto un film tratto dai miei racconti sulle separazioni e lavori con donne depresse. Io faccio comicoterapia, insomma e il film La piccola A è di ispirazione lacaniana. Quando le persone non seguono i propri desideri ma fanno quanto credono che gli altri vogliano da loro. Quelli che non sanno mai dire di no.
Chi altri c’è, in questo film?
Sono con Paolo Rossi e Giancarlo Previati, che mi propose di andare a fare un laboratorio teatrale con il Dipartimento di Salute Mentale dell’Asl di Piacenza e con Teatro Gioco Vita. Ci sono i pazienti che interpretano loro stessi. Tra l’altro, il 5 e 6 giugno siamo a Milano col Teatro Gioco Vita in via San Siro per una performance.
Grasso è bello va in tour, dopo Milano?
Lo porto a Londra e forse anche a New York e dal 21 al 25 maggio prossimo sono al Mantova Musica Festival, con Nando Della Chiesa.
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